DOMENICO MORGANTE ha svolto un'intensa attività di Organista e Maestro di Cappella almeno in tre importanti Chiese (principalmente nella Basilica Cattedrale) della sua Città natale, Monopoli (Bari) – nonché nella stessa Città di Bari –, complessivamente per circa una quindicina d'anni, inserendosi a pieno titolo in una tradizione musicale cittadina che vede primo e massimo Maestro di Cappella del Duomo monopolitano l'insigne madrigalista fiammingo Jachet de Berchem negli anni tra il 1553 e il 1565 ca.; mentre tra Sei- e Settecento ricorderemo Stefano Paiostra e Gaetano Villani, e quindi, tra Sette- e Ottocento, Giacinto e Francesco Paolo Insanguine (fratelli maggiori dell'illustre operista Giacomo, detto "il Monopoli"), quindi Nicola e Onofrio Van Westerhout, anch'essi come Berchem transalpini (ma d'origine olandese).
Nella prima metà del Novecento operarono infine (sempre nella Basilica Cattedrale di Monopoli) Paolo Masulli, primo titolare del nuovo Organo "F. Consoli" (1922), e Michele Corona (1906-1984), rispettivamente allievi (nello studio dell'organo) di Ulisse Matthey e di Don Pietro Magri (1).
1. Basilica Cattedrale - Santuario di Maria SS. della Madia (Monopoli)
Dopo aver svolto con impegno, a partire dal 1965, l'attività di Cantore (contraltista) nel Coro Polifonico Giovanile di Monopoli diretto dalla Prof.ssa Carmela Corona (1920-2001) – sua prima insegnante di Musica, dalla quale apprende sin dall'infanzia i primi rudimenti nell'arte del Canto e dell'Organo –, esibendosi spesso in Cattedrale, oltre che come Cantore, a volte anche come sostituto all'Organo, su nomina del Parroco Don Angelo Benedetti, e dietro diretta segnalazione del Vice Parroco Don Peppino Cito (che, musicalmente competente, ne aveva colto lo spessore artistico), nel 1971 è nominato Organista e Maestro di Cappella della Basilica Cattedrale di Monopoli (2), dove ininterrottamente fino al 1980 è titolare del monumentale Organo costruito dalla "Fabbrica d'Organi da Chiesa" diretta da Francesco Consoli (3) di Locorotondo (Bari) e quindi inaugurato il 26 marzo 1922 da Ulisse Matthey (Organista titolare della Santa Casa di Loreto), con la consulenza tecnica di Don Pietro Magri (Organista e Maestro di Cappella del Santuario di Oropa) e Don Cesare Franco (Direttore della Regia Schola Cantorum annessa alla Basilica Palatina di S. Nicola in Bari), come si legge nell'interessante verbale di collaudo, datato 27 marzo 1922 (4).
https://www.monopolitrerose.it/cultura/100-anni-dellorgano-della-cattedrale-di-monopoli
Piuttosto significativa appare, a tale riguardo, la preziosa testimonianza offerta da Don Peppino Cito sull'attività svolta da Domenico Morgante in quegli anni:
Carissimo Maestro,
non ho trovato mai tempo, purtroppo, per esprimere il mio pensiero riconoscente memore delle nostre collaborazioni risalenti agli anni Settanta, ormai. Mi auguro che lo scritto, ancorché succinto, incontri il tuo gradimento.
Fraternamente,
Don Peppino
Oggetto: attestazione servizio organistico del giovane Domenico Morgante nella Cattedrale di Monopoli.
Monopoli, Basilica Cattedrale: 1971-1980.
Un’assemblea di fedeli destinata a fruire come semplice spettatrice quanto il Vescovo e gli altri ‘attori’ liturgici celebravano ‘davanti al popolo’.
Lo stesso servizio liturgico reso dalla Polifonica diretta dal m.o Innocenzo Lenoci, nonché quello offerto dalla Corale Giovanile diretta dalla prof.ssa Corona finivano per favorire questo gioco poco liturgico, almeno secondo la riforma voluta decisamente dal Concilio, pur fra tante forti resistenze, com’è noto.
Un prete, immesso da poco nel ministero, incaricato di ‘guidare’ le assemblee nelle celebrazioni liturgiche, pur avvalendosi oltre che di riferimenti normativi autorevoli anche di giovani e nuove collaborazioni, dovette fare i conti con questa situazione critica in cui, presumibilmente per una formazione ancora carente, i ministri, i fedeli, gli operatori liturgici, gli strumenti musicali, giocavano ruoli troppo indipendenti e poco consoni all’unitarietà interna all’azione liturgica.
Alcuni tentativi innovativi trovarono disponibilità nella sensibilità dei nuovi talenti. Primo fra questi il giovane Domenico Morgante, che si affacciava al mondo della ministerialità liturgica affinando la propria competenza alla scuola dei documenti conciliari e delle successive normative liturgiche.
Risultato di una felice sinergia fra l’attesa di maggiore partecipazione da parte dei fedeli, la sensibilità liturgica e musicale di qualche presbitero fresco di formazione e la proprietà della prestazione organistica di Morgante furono alcune ministerialità liturgiche memorabili in cui l’interazione fra i soggetti celebranti, gli strumenti musicali a disposizione, la competenza degli operatori liturgici (presbitero, coro, cantore, organista, lettore), armonizzandosi sinergicamente, giungeva a rendere l’assemblea da spettatrice ‘protagonista’.
Memorabili, soprattutto, i ruoli affidati all’organo, non come semplice supporto alle melodie cantate dal coro o dall’assemblea, bensì come strumento solista a servizio dell’azione liturgica, senza mortificazione alcuna alla partecipazione ‘piena, attiva e consapevole’ dei fedeli, nelle liturgie della Parola a commento meditativo sui brani biblici, nelle veglie e nelle adorazioni eucaristiche a rendere il silenzio abitato di mistero, a conclusione delle varie liturgie come solenne e giuliva chiosa di congedo.
Dignità allo strumento solista e pace nel cuore dei fedeli.
Le note di Buxtehude e Bach tornarono a riecheggiare sotto le volte barocche della Cattedrale: la liturgia se ne arricchì in sacralità, la cultura musicale in dignità.
Lo splendore della polifonia non ne ricevette che lustro: alle tastiere metalliche elettroniche si sostituiva la voce solenne e devota delle canne e il tocco della tastiera a trasmissione meccanica.
A memoria riconoscente di chi, come il giovane Morgante, inverò la Fede con talento musicale, proprietà liturgica ed entusiasmo giovanile.
Don Peppino Cito
Note
(1) Per un opportuno e ben documentato approfondimento sulle più rilevanti vicende musicali legate all'attività della Cattedrale di Monopoli, in particolare fino al sec. XIX, si veda D. Morgante, La Musica in Puglia tra Rinascite e Rivoluzioni, Bari, Fondazione "N. Piccinni", 1991, passim.
(2) Cfr. G. Bellifemine, La Basilica Madonna della Madia in Monopoli - Storia, Fede, Arte, Fasano, Schena, 1979, pp. 130 (nota 120), 273.
(3) Francesco Consoli nacque nel 1869 a Locorotondo e vi morì nel 1944. Dal 1885 al 1907 lavorò a Torino presso la rinomata Fabbrica di Organi di Carlo Vegezzi-Bossi. Iniziò l'attività a Locorotondo nel 1908, costruendo il primo grande strumento (oggi, purtroppo, perduto) nel 1909 per la Cattedrale di Bari. Notizie inedite sulla vita e sull'attività di Francesco Consoli sono state pubblicate dal figlio Nicola: cfr. N. Consoli, Francesco Consoli: un profilo, in "Locorotondo", Rivista di economia, agricoltura, cultura e documentazione" edita a cura della Cassa Rurale ed Artigiana di Locorotondo, anno III, n. 3 (aprile 1988), pp. 137-150.
(4) Cfr. D. Morgante, op. cit., pp. 218-220. Va precisato che il Concerto inaugurale si era svolto il giorno precedente (cioè il 26 marzo).